CENNI
STORICI SUL REGGIMENTO "GIOVANI FASCISTI"
10 Giugno 1940: l'Italia, con la
dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, entra nel secondo
conflitto mondiale. Animati da sincero entusiasmo e desiderio di partecipazione,
venticinquemila giovani, provenienti dalle file della GIL (Gioventù
Italiana del Littorio), chiedono di essere arruolati volontari per raggiungere
il fronte di combattimento. Il PNF (Partito Nazionale Fascista) stabilisce
pertanto la costituzione di 25 battaglioni GIL, militarmente istruiti,
che vengono impiegati in una marcia dimostrativa di 450 Km, denominata
"Marcia della Giovinezza". Questa si conclude, come termine del
periodo di addestramento, a Padova ove sono convenuti il Capo del Governo
Benito Mussolini e le autorità militari per passare in rassegna
i giovani volontari. (10 Ottobre 1940).
Dopo la rivista, cui partecipano
rappresentanze delle organizzazioni giovanili europee, i giovani apprendono,
con profonda delusione, che i loro Battaglioni vengono smobilitati. Il
malcontento è tale che il gruppo accampato alla Fiera campionaria
di Padova arriva ad ammutinarsi, pur di non eseguire l’ordine. Vista la
reazione dei volontari, si costituiscono tre Battaglioni Speciali che riprendono
l'addestramento militare.
Il Ministero della Guerra, in data
12 Aprile 1941, decide di trasformare i Battaglioni Speciali nella 301a
Legione CC.NN., ma dopo una settimana, non avendo i Volontari della GIL
ancora compiuto il periodo di ferma regolare, ed essendo la Milizia un
apparato post militare, il Ministero della Guerra si affrettava ad emanare
la disposizione n. 49640 del 18 Aprile 1941, che modificava la precedente
disponendo la costituzione del "Gruppo Battaglioni GIOVANI FASCISTI"
quale unità del Regio Esercito. Tuttavia è loro negata la
qualifica di "volontario di guerra" e vengono arruolati come
volontari ordinari, dopo il consenso firmato dei genitori. Nasce così
una nuova e particolare unità dell'Esercito, totalmente composta
di volontari, sia per quello che riguarda i soldati semplici che i sottufficiali
e gli ufficiali.
L'uniforme è quella normale
della fanteria, con la differenza che al bavero portano fiamme a due punte
rosse bordate di giallo (i colori di Roma e della GIL); come berretto di
fatica viene adottato il fez nero dei reparti Arditi della prima guerra
mondiale. (Sarà questo il solo copricapo portato orgogliosamente
- con un pizzico di spavalderia - dai giovani volontari. Detto per inciso,
a questo reparto non era stato consegnato elmetto).
Il 29 Luglio 1941 il Gruppo Btg.
GG.FF. sbarca a Tripoli (Libia) con compiti di presidio ad Homs e Misurata.
Successivamente subisce trasformazioni in organici ed in armamenti e viene
incorporato nel RECAM (Raggruppamento Esplorante del Corpo d'Armata di
Manovra» e inviato a presidiare la zona di Bir el Gobi. Al momento
di comunicare il loro impiego al Comandante del Gruppo, il Generale Gambara
dice testualmente: "... Il compito è arduo; i volontari
sono al primo combattimento, sono giovani...". La battaglia di
Bir el Gobi inizia il 3 Dicembre e dura sino al 7. I combattimenti sono
cruenti, vengono inflitte gravi perdite all'11a Brigata Indiana e a parte
della 22a Brigata Guardie, accorsa in suo aiuto. Malgrado la notevole disparità
di forze, i Giovani Fascisti fanno fallire il piano inglese (che prevedeva
di dividere in due lo schieramento itato-tedesco), impedendo così
alle forze alleate di raggiungere El Adem.
Dopo l'aspra battaglia di Bir el
Gobi il Gruppo viene aggregato alla Divisione Sabratha.Il Gruppo Btg.GG.FF.prende
parte ai combattimenti di Buerat.
Il 24 Maggio 1942, come riconoscimento
al valore dei Giovani Fascisti, viene dato questo nome ad una Divisione
corazzata.
Il 22 Luglio il reparto è
in parte aviotrasportato a Siwa (Egitto) per completarne l'occupazione.
Il 30 Agosto muta la sua denominazione in quella di "Reggimento GIOVANI
FASCISTI".
L'esito della battaglia di El Alamein
costringe la costituenda Divisione al ripiegamento, per evitare di essere
accerchiata. L'8 Novembre la colonna militare abbandona Siwa, effettuando
una sosta a Giarabub dove il presidio si aggrega alla colonna stessa. Il
18 Novembre i volontari raggiungono Agedabia, dopo aver faticosamente percorso
circa 1000 Km., in gran parte su piste sconosciute, sotto gli attacchi
dell'aviazione avversaria, che provoca perdite umane e di mezzi; nel ripiegamento
sono andati perduti gli unici due carri armati M.14 della Divisione. Il
Reggimento è ritenuto ancora efficiente al 95% e quindi impiegato
come retroguardia a copertura delle forze italo-tedesche.
Gennaio 1943: con l'abbandono della
Libia, il Reggimento partecipa a diversi combattimenti e nel Febbraio si
attesta sulla ex linea fortificata francese al Mareth (Tunisia). In questo
periodo giunge dall'Italia il III° Battaglione che viene sciolto per
reintegrare le perdite del I° e del II°. La battaglia del Mareth,
17-30 Marzo, vede i volontari impiegati in violenti combattimenti, rioccupando
alcuni capisaldi all'arma bianca. Ma il ripiegamento della Ia Armata è
inevitabile. Il Reggimento si batte ancora all'Akarit Chott per poi attestarsi
sull'ultima linea di resistenza a Enfidaville. Subisce perdite negli scontri
della prima e della seconda battaglia di Enfidaville, avvenute rispettivamente
dal 19 al 30 Aprile e dal 9 al 13 Maggio. Nel corso di queste battaglie
il Reggimento difende tenacemente, anche all'arma bianca, la quota 141
più volte perduta ma rimasta in sua mano sino alla cessazione delle
ostilità.
Il 13 Maggio, per ordine superiore
giunto da Roma, il Reggimento è costretto alla resa, dopo aver distrutto
o bruciato armi e materiale. Le fiamme di combattimento del II, e III,
Battaglione vengono internate assieme ai documenti; quella del I è
invece suddivisa in diciassette parti e consegnata a volontari ed ufficiali
affinché la ricompongano una volta rientrati in Patria*. Il reparto
perse la metà degli effettivi. Il sacrificio dei Giovani Fascisti
è comprovato da 2 Medaglie d'Oro al V.M. e da 117 altre decorazioni.
Il Reggimento Giovani Fascisti è
stato l'unico reparto del Regio Esercito Italiano ad essere totalmente
composto da Volontari. E' anche l'unico reparto a non aver ricevuto la
"Bandiera di combattimento".
*La fiamma è stata ricostruita in parte
e si trova nel Museo Reggimentale.
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